VENTIDUE ANNI TRA I LEBBROSI DEL TIBET (estratti)
Nelle prime ore del pomeriggio, improvvisamente la valle si apre; corne una visione ci appare Tatsienlu, ora Kang-ting.
La città di Tatsienlu, a 2596 metri sul mare, giace sepolta al fondo della valle al confluire di due torrenti, il Tar e il Tsen. Altre montagne la fiancheggiano, sicchè il sole la illumina solo per cinque o sei ore al giorno. Numerose valli vi sboccano intorno e la riempiono di suc- ni e di vapori.
Nei tempi passati non era difficile vedere in questa città sulla frontiera cino-tibetana, i tipi tibetani dell’Ima¬laia e del Koconor, i Ngolosekas del Nord, i turchestani ed i Lolo del Taleangsan. Tutti venivano per le carova¬ niere che avevano attraversato il «Tetto del mondo» e le montagne e i ghiacciai, portando i prodotti dei loro paesi tappetti, lana, pelli, musai°, ossa lavorate, legni ed erbe medicinali o aromatiche, oro e argento; ed ac¬quistavano tela, seta, cotone, the, tabacco, oppio ed altri generi. tutto questo ora non è che un ricordo di tem¬pi lontani che i vecchi cinesi e tibetani ricorclano con nostalgia.